Il saggio tratta la parabola umana e artistica della compositrice russa che non mise mai l’arte al servizio dello Stato. Un percorso ideologicamente coerente, in cui la musica diventa un mezzo di riconquista spirituale dell’unità nel molteplice: una coniunctio oppositorum di umano e divino, terreno e sacro, che rappresenta la cifra del suo stile internazionale e cosmopolita e della sua poetica, fortemente impregnata di simbologie ricorrenti. In Sofija Gubajdulina l’esperienza umana si fonde con l’espressione artistica e confluisce in un impegno attivo e costante nella difesa di quei valori universali che conferiscono una connotazione etica, oltre che educativa, a tutta la sua produzione musicale.
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